Tra il 1961 e il 1974 Marcedusa, insieme ad altri paesi della nostra zona come: Andali, Caraffa, Carfizzi, Pallagorio, San Nicola dell'Alto, Vena di Maida e Zangarona, fu oggetto di studio per la sua parlata arberesca. L'Accademia dei Lincei di Roma aveva incaricato nel 1960 il Prof. Giuseppe Gangale (Cirò 1898 - Locarno 1978) filosofo e glottologo di fama mondiale di studiare la lingua arberesca nei paesi della Calabria dove ancora, dopo cinque secoli, si parlava questa lingua. Come è ormai accertato Marcedusa fu ripopolata nel 1448 dai soldati di Demetrio Reres provenienti da zone del nord dell'Albania di etnia e lingua arberesca e discendenti dagli antichi Illiri.

Molteplici furono in quegli anni i viaggi del Gangale e dei suoi collaboratori a Marcedusa per registrare, con l'ausilio di un magnetofono, le voci di uomini e donne, di vecchi, di bambini, racconti di fatti di vita quotidiana, di usanze e di costumi: delle loro credenze e delle loro abitudini riempiendo bobine di canti, proverbi, filastrocche, raccontando la vita e la storia di un intero paese.

“La lingua di Marcedusa è stata studiata da me più di qualsiasi altra”. Dirà in seguito il professor Gangale e in effetti il nostro paese gli diede lo spunto per creare una grammatica, un glossario e un libro di testi in arberesco, oltre a innumerevoli registrazioni. Molti furono i marcedusani che si prestarono allo studio del professore, non tutti i nomi vennero registrati ma alcuni di loro lo furono tra i quali: Teresa Prestia, Rosa Tallarico in Esposito, Pietro Antonio Onofrio, Rigillo (calzolaio), la sorella di Eugenia Battaglia, Saverio Prestia, Francesco Onofrio, Maria Antonia Strataco'. La signora Tallarico (sarta), Francesco Prestia, Giovanna Palmati, la sorella di Saverio Prestia con i capelli biondi, Esterino Prestia (pastore), Filomena Sciumbata, Eugenia Battaglia, la cugina di Saverio Prestia coi capelli neri, Salvatore Tallarico, Vincenzo Prestia, Francesco Vona e tanti altri ancora…

Dovuti ringraziamenti, anche se postumi, oltre che al professore vanno a sua moglie Margherita Uffer, senza dover dimenticare i volenterosi giovani collaboratori dell'epoca e in primis Enrico Ferraro direttore del Centro Glottologico Albanese e curatore dell'interessantissimo sito: www.mondoarberesco.it (dove si sono potuti recuperare molti degli scritti del Gangale). E poi ancora: Antonio Arcuri, Francesco Astorino, Fausto Bubba, Giuseppe del Gaudio.

Infine un particolare ringraziamento va ai professori Francesco Altimari e Giovanni Belluscio docenti di Lingua e Letteratura Albanese all'Università della Calabria che hanno deciso di riversare e catalogare le centinaia di bobine del Gangale su supporto digitale dando così alla nostra comunità la possibilità di poter ascoltare oggi la lingua che una volta si parlava a Marcedusa.

Buon ascolto e buona lettura SEZIONE ARBERESCA